7.12.11

Immagini

Alla finestra della casa di collina, Natale.
Nel vetro il riflesso delle luci del salone, il giallo del cappello della lampada da pavimento e del rivestimento dei divani rende ambrata ogni cosa. La garza delle tende bianco latte attenua di poco il riflesso.
Fuori, mentre davanti c'è lo spettacolo di Torino vista dall'alto senza nebbia e illuminata a festa, nel buio del giardino fanno capolino le luci dell'albero di Natale che il nonno ha montato con il giardiniere qualche tempo prima.
La cena del 24 sta per finire, tutti sono a tavola tranne me, che resto impalata davanti alla porta finestra a guardare tutte quelle luci nel buio immaginando astronavi che vengono a portarci via. Le vetrate trasmettono un po' del freddo che c'è fuori, ma dentro ho caldo. La neve è al suo posto, il balcone, il giardino, la città... Tutto è al suo posto.
C'è lo zio arrivato da Milano, la famiglia al tavolo grande di noce imbandito con servizio e tovaglia belli. Tovaglia bianca ricamata a mano e servizio bianco con fiori rosa e bordi oro, i bicchieri di cristallo, le candele.
Alla mia destra, nascosta dietro le tende, la scatola del fortino western che riceverò come regalo mi si svela. Non hanno fatto in tempo a impacchettarla, grossa com'è forse non hanno nemmeno trovato la carta. La vedo, la riconosco ma la guardo solo nel riflesso della finestra. Perché anche stavolta non darò a vedere che so.
Io sono attenta a non deludere chi fa di tutto per non deludere me.
Sorrido a me stessa nel vetro. Sto bene.
Le voci al mio fianco, sulla sinistra un po' più in là, sono rilassate, tranquille, rassicuranti.
Domani sarà diverso. Ma oggi sto bene.

2 commenti:

Easy runner ha detto...

Anch’io ricevetti un fortino una volta per Natale, con i pali tondi in legno a disegnarne il perimetro e una torretta quadrata per le sentinelle di guardia.
A quei tempi il politically correct mica esisteva, sai?
Gli Apache erano ceffi orribili, pelosi e armati fino ai denti, non uno che fumasse la pipa davanti alla tenda.
I soldatini americani invece, camicia blu inamidata e fazzoletto al collo, sapevano di Pino Silvestre e borotalco.
Inevitabile per il ragazzino eleggerli ad eroi senza macchia e perpetrare massacri sui pennuti poveri indiani.
Ancora oggi, se ci penso, mi faccio prendere dal rimorso per quanti ne ho stesi sul pavimento di casa.
Grazie per il fortino che mi hai regalato oggi, ti prometto che riscriverò trame meno cruente e firmerò trattati sotto il segno del calumet della pace.

Un abbraccio easy.

PaolaClara ha detto...

Credo le mie fantasie sul west arrivassero più da Rin Tin Tin che da altre e più fosche vicende. E ho sempre preferito gli indiani (anche perché essendo cugina più piccola ero "la minoranza" per contratto) soprattutto poi da quando ho cominciato a capire. Ma era bello sognare un mondo così diverso dal nostro e forse lo è ancora.
Non siamo forse gente che cambia?
;)
Grande squaw PaolaClara ha parlato!